Tecniche e Tecnologie

Cartografia, orientamento e tecniche di navigazione su terraferma.

Seminario on line
di
Paolo Miele


Di norma tutte le volte in cui ho tenuto lezioni si questo argomento, i tempi erano molto contenuti: "in un paio d'ore devi dire tutto". Cosa naturalmente impossibile ed il rischio di proporre qualcosa di fortemente incompleto o - sopratutto - estremamente noioso era alto. Senza contare che quando qualcuno ti faceva una domanda eri costretto a rispondere: "zitto tu che ho solo due ore per massacrarvi il cervello".
Quì invece ho tutto il tempo e lo spazio che serve e se qualcuno vuole un chiarimento può inserire un commento o scrivermi una mail.


Il corso dunque si svolge attraverso una serie di pubblicazioni, su questo spazio naturalmente, di materiale relativo a diversi "capitoli", ciascuno dei quali è monografico e costituisce, dunque, un seminario a se.
Tutto il materiale è organizzato sostanzialmente secondo una mappa: A) La rappresentazione della terra; B) Gli strumenti della navigazione; C) Le tecniche della navigazione
Buona lettura.

PARTE A - SEMINARIO 1
La Rappresentazione della superficie terrestre

Da che mondo è mondo quelli che hanno girato per posti ancora inesplorati e sconosciuti, hanno tentato di descrivere i paesaggi che hanno visto. Lo hanno fatto con dei disegni e poi, attraverso la costruzione di mappe e carte geografiche. I primi lavori erano vere e proprie opere d'arte ma ben presto i cartografi (specialmente dopo aver capito che la terra non era proprio...piatta, si posero il problema di come rappresentare su una superficie piana (la carta) quella che in realtà era una superficie curva (il geoide).
In fondo per piante rappresentative di superfici molto limitate il problema era di scarsa rilevanza, tuttavia per superfici abbastanza estese da risentire della curvatura terrestre i cartografi ebbero non pochi grattacapi.


In pratica ci si poneva il problema della scelta della più idonea PROIEZIONE CARTOGRAFICA.
L'idea dunque è quella di immaginare di vedere il territorio da diversi punti di vista e proiettarlo su un piano. Naturalmente ci sono molte tecniche per fare ciò e ciascuna di esse comporta, per forza di cose, delle piccole infedeltà nella rappresentazione: le distorsioni.
Le distorsioni inoltre dipendono sia dalla metodologia di proiezione scelta, sia dalla forma che secondo noi avrebbe la terra.
In buona sostanza le proiezioni più utilizzate sono quella di Mercatore (Universal Trasversal Mercator - UTM), utilizzata un pò in tutto il mondo, e quella tutta italiana Gauss - Boaga.
Attualmente per convenzione si tende ad usare la proiezione UTM in tutto il mondo.

La proiezione UTM deriva dalla proiezione di Mercatore. Questa, che è una "proiezione conforme" (nella quale cioè gli angoli vengono rappresentati senza distorsioni) si realizza immaginando che la terra sia inscritta in un cilindro (è una "proiezione cilindrica" per l'apunto) che costituisce anche la superficie sulla quale viene raccolta la proiezione. Il punto di proiezione è posto al centro della terra (proiezione "gnomonica"). E' una "proiezione modificata" per permettere un minor grado di distorsione alle alte latitudini (in ogni caso questo tipo di proiezione si usa per rappresentare solo le regioni comprese tra 80° N ed 80°S, per le regioni polari si usano proiezioni diverse - le proiezioni "polari" per l'appunto). Meridiani e paralleli sono rappresentati da rette tra loro parallele e reciprocamente ortogonali. I meridiani sono tra loro equidistanti, i paralleli tendono ad essere via via più distanti salendo di latitudine.

La proiezione UTM, dunque, deriva dalla "Classica" proiezione di Mercatore.
Convenzionalmente dunque, la terra è stata suddivisa in 60 fusi (a sviluppo verticale - da polo a polo per intenderci - ampi 6° di longitudine) ed in 20 fasce (ciascuna ampia 8° di latitudine). I fusi si contano verso Est a partire dall'antimeridiano di greenwich, mentre le fasce si contano a partire dall'Equatore (10 fasce nell'emisfero boreale e 10 in quello australe, da 0°a 80° di latitudine dunque). I fusi si indicano con un numero (da 1 a 60), mentre le fasce con una lettera maiuscola.
L'intersezione tra un fuso ed una fascia dunque da origine ad una zona di forma quadrangolare, contraddistinta univocamente da una coppia di cifre:il numero del fuso e la lettera della fascia (ad esempio 33T). All'interno di ogni zona vengono infine praticate suddivisioni di maggior dettaglio e relative a porzioni di territorio via via più ridotte.




Il planisfero è suddiviso in fusi (verticali), fasce (orizzontali) e zone (aree di intersezione tra fuso e fascia).
  Una volta stabilito con quale tecnica si vuole rappresentare la superficie terrestre sul piano della carta, passando all'atto pratico è stato necessario stabilire dei punti di riferimento, dei punti fermi, sulla superficie terrestre. Questi sono indispensabili sia per indicare la posizione delle cose sia per poter riportare graficamente la forma del paesaggio. Mi riferisco naturalmente ad elementi ai quali ho già accennato: quelle linee immaginarie note come meridiani e paralleli.
Se chiamiamo POLO GEOGRAFICO (Nord e Sud rispettivamente) il punto dal quale "esce" l'asse di rotazione del nostro pianeta, allora le linee che passano per entrambi i poli dividendo "a metà" il geoide, si chiamano MERIDIANI. Se invece chiamiamo EQUATORE la linea di tangenza tra la superficie del geoide ed il piano perpendicolare all'asse terrestre nel suo punto mediano (nel senso che questo piano passa per il centro della terra), allora chiameremo PARALLELI le linee di tangenza tra lo stesso geoide ed n piani, tutti paralleli al primo, posti in posizione compresa tra il piano equatoriale ed i poli. In altre parole se l'equatore fosse la circonferenza della terra (non lo è perchè la terra non è una sfera), allora sarebbe la sua massima circonferenza ed i paralleli sarebbero circonferenza via via più piccole andando dall'equatore ai poli, punti in corrispondenza dei quali esse avrebbero raggio zero.


Dato che i meridiani sono sostanzialmente tutti uguali, per convenzione questi si contano (verso est) a partire dal meridiano passante per l'osservatorio astronomico di Greenwich - Londra (meridiano principale). I paralleli si contano invece a partire, naturalmente, dall'Equatore (parallelo zero) verso Nord e dallo stesso verso Sud (i poli geografici hanno dunque latitudine 90°N e 90°S rispettivamente). Ad ogni modo parlerò più diffusamente di latitudine e longitudine più avanti.
Parliamo invece di rappresentazione della superficie terrestre.
La carta (geografica, topografica ecc.) consiste, è noto a tutti, in una rappresentazione ridotta ed abbastanza fedele di un certo territorio. E' una rappresentazione naturalmente ridotta ed il rapporto di riduzione si chiama SCALA. La scala può essere numerica (espressa pertanto come rapporto numerico) oppure grafica (espressa tramite un grafico la cui lunghezza rappresenta una distanza prefissata).
La scala numerica rappresenta dunque "di quante volte" un territorio è stato ridotto. Se sul cartiglio è riportata la dicitura "scala 1:25000" ad esempio, significa che un centimetro misurato sulla carta rappresenta 25000 centimetri ( 250 m) sulla terra. Basterà dunque misurare una distanza sulla carta tra due punti, in centimetri (con un righello), per sapere nella realtà quanto sono distanti quei due punti. La scala grafica, che spesso viene rappresentata in calce insieme a quella numerica, consiste in un righello, in un grafico dunque di lunghezza predeterminata, alle cui estremità sono riportate le cifre 0 ( a sinistra) ed n (a destra - dove n rappresenta la distanza in metri o in kilometri corrispondente alla lunghezza del righello stesso).
A questo punto noteremo che sulla carta sono rappresentate numerose informazioni, dando maggiore enfasi a quelle che si vogliono mettere in evidenza in base all'uso al quale è destinato la carta stessa.  Ad esempio le carte topografiche rappresenteranno la topografia di un'area, quelle nautiche le caratteristiche delle coste, dei fondali, dei porti ecc., quelle stradali enfatizzeranno la rete stradale e così via. E' importante a questo punto notare che in calce o nel cartiglio, deve essere sempre presente la LEGENDA, un elenco cioè di tutti i simbili utilizzati nella carta stessa, associati al loro significato. Questo perchè di norma nelle rappresentazioni cartografiche vengono utilizzati numerosi simboli convenzionali (non in scala) il cui significato va comunque specificato.

....continua.....