Le avventure di Bad Hunny (e dei suoi degni compari)

9 agosto 2011 - Corma di Machaby - Arnad (AO)
Dopo tanta pioggia, proprio l'ultimo giorno della nostra scorribanda alpina, proprio il giorno del rientro, una splendida giornata di sole pieno ci accoglie appena sbucati dalla parte italiana del traforo del M. Bianco.
Parcheggiamo l'auto accando ad una interessante trattoria e via senza perdere troppo tempo verso il paretone della Corma di Machaby.





Davide sul primo tiro.




Il paretone della Corma di Machaby


Dopo circa 15 minuti di salita lungo il ripido sentiero (parzialmente attrezzato) di avvicinamento, iniziamo a legarci all'attacco della via.
Seguendo una cordata di due ragazzi olandesi, iniziano a salire Pino ed Esmeralda e, a seguire, Davide (Di Giosaffatte - guida alpina abruzzese) il sottoscritto e Gianni (D'Errico). Già a metà del primo tiro siamo fuori dall'ombra del bosco e iniziamo ad abbronzarci come delle lucertole.




Nove tiri passano presto....sopratutto quando chi sale da primo è fortissimo (Davide) e va come una scheggia, tanto che dopo due tiri avevamo già sorpassato la cordata olandese. Gli ultimi due sono stati concatenati bypassando la sosta proprio per fare prima (ci aspettavano mooolte ore di viaggio per tornare a casa, un migliaio di km più a sud di li).
La roccia era fantastica permettendo una progressione in aderenza generalmente agevole, spesso facilitata da comodi appigli. La chiodatura sportiva, su spit.

























La relazione:
1° tiro:salire la placca. 40 Mt., 5b
2° tiro: dalla sosta salire sulla sinistra, oltrepassare lo spigolo e risalire la fessura che taglia la placca. La sosta è posta su di un terrazzino sulla destra.  25 Mt., 5c
3° tiro: dalla sosta spostarsi a destra e iniziare a traversare per circa 5 metri. Poi salire verticalmente . 25 Mt., 4c
4° tiro: salire la placca verticalmente sino al suo termine. Spostarsi sulla destra alla base della successiva placca e qui sostare.  35 Mt., 4a
5° tiro: dalla sosta partono due vie. "Bucce d'Arancia" sale sulla destra e "Tike Saab" sulla sinistra. La sosta che è posta su di un terrazzino sulla destra. possibile percorrere la variante "Tetto Maniac" (6b). 35 Mt., 5a, passi di 5c
6° tiro: dal terrazzo salire la placca con un passo di 5c. Terminati i primi 10 metri verticali spostarsi a sinistra per terreno più semplice e salire la placca sino alla sosta. 25 Mt., 1 passo di 5c, 5b
7° tiro: si sale obliquando a destra sino alla sosta. 30 Mt., 5a
8° tiro: 20 Mt., 5a
9° tiro: 20 Mt., 4a
10° tiro:
risalire le facili rocce fino alla sommità della Corma dove si trova l'ultima sosta. 30 Mt., 3b












La via è la terza da sinistra




In vetta con Gianni























12 dicembre 2010.
All'inizio il progetto prevedeva di andare in montagna per fare una via di ghiaccio ma.....niente ghiaccio, niente neve, niente di niente.....
Che si fa? un paio di telefonate veloci, un ultimo passaggio sulla 27 MHz con Gianni la sera prima e si decide: domani al bar in piazza a Maranola...porta la ferramenta!
...Una freddissima mattinata di dicembre ci accoglie all'attacco del sentiero. Il cielo coperto, la nebbia che copriva e scopriva alternativamente boschi, rocce, prati, mucche al pascolo ecc.
...ma quanto pesa sta ferraglia....
Dopo un'agevole passeggiata col naso all'insù al piede di pareti spettacolari (guardatevi il video sulla home page) e inviolate buttiamo a terra lo zaino ai piedi della nostra via. Nostra certo....la nostra bambina.















Studiata 10 minuti su una foto e improvvisando al momento , svuotiamo gli zaini e ci prepariamo.
Gianni attacca per primo io gli faccio sicura. Non so perchè ma tre ore dopo ero ancora li a fare sicura. Poi Gianni fa sosta e si cala esausto. Mi trova li assiderato con la corda incollata alle mani. Pensavo quasi di lasciar perdere. Di questo passo domani siamo ancora quì. Ok ...prendiamo il tè caldo e ci riproviamo.
Mi lego, salgo, raggiungo la sosta di Gianni, continuo...azz...la roccia comincia a diventare un pò alterata. Mi fermo cercando un punto in cui infilare un chiodo....fessure cieche e/o roccia matta. provo più su....uguale.....infilo li un friend a cavolo (tanto per far finta di sentirmi protetto) e provo più su....nulla. Giù sento la voce del compare: Paolo proteggiti diamine....(diamine è un eufemismo)....in effetti sono tre metri sopra il friend e la protezione precedente è la sosta di Gianni.
Butto dentro un chiodo a coltello nell'unica fessura non beante, non cieca, non nella roccia fratturata....ma so che non terrà mai una caduta ....più su ne metto un'altro che dovrebbe essere buono poi infine...grazieaddio...cengia e sosta.
Fiuuuuu.....
Gianni decide di raggiungermi così, per metterci ulteriormente in sicurezza, mi lega il trapano alla corda in modo da darmi la possibilità di salparlo su e di rinforzare la sosta.
Faccio sicura a Gianni che mi raggiunge.....è tardissimo!
Su di noi almeno altri due o tre tiri da fare ma fra un'oretta inizierà a fare buio e sta iniziando a piovere.
Decidiamo di scendere e finire la via un'altro giorno.
Mentre ci prepariamo per la calata il freddo si fa più intenso. Calo Gianni che smonta tutte le protezioni poi scendo io.
E' andata. Le nebbie silenziose si insinuano tra i rami contorti degli alberi abbarbicati in alto, tra gli spuntoni di roccia, tra i nostri pensieri felici. Scende la sera...imbocchiamo il sentiero verso l'auto...stiamo bene.....torneremo.







AFRICA!
Dicembre 2007 partenza per la Tanzania. La mia prima spedizione. Grazie a Gianni che mi ha prospettato il progetto (all'inizio mi sembrava una cosa incredibile) e presentato il capospedizione introducendomi nel gruppo (http://www.himalayaplanet.it/), il 3 gennaio 2008 ero in vetta all'Uhuru Peack, massiccio del Kilimanjaro, 5895 m s.l.m. il punto più alto del continente africano.
Chi è che dice che il Kili è una montagna "facile"? Che significa? Quando vai in Africa facile o difficile sono parole che non hanno lo stesso senso che possono avere sulle vie alpine e, comunque, la difficoltà non è più la priorità degli alpinisti: hai mai provato a camminare in silenzio tra le nebbie e le rocce vulcaniche di questa montagna immensa? A perderti con lo sguardo nel paesaggio primordiale e selvaggio dell'Africa? Il Kili non è "solo una delle Sevens", una figurina da attaccare nel nostro album di collezionisti di vette. Il Kili rappresenta il cuore selvaggio, duro come la roccia e dolce come il tramonto, vero e pulsante dell'AFRICA, la terra dell'avventura per eccellenza!


Il percorso inizia dal nostro immaginario infantile (ricordate tarzan?): LA JUNGLA!

La salita si sviluppa lungo la Machamè Route. Inizia attraverso una fitta giungla per poi uscire dalla fascia altimetrica alberata attraversando prima una incredibile brughiera africana e poi il deserto d'alta quota. La falscia altimetrica più alta è caratterizzata dall'ambiente alpino: ghiacciai, morene, rocce montonate, freddo e...fiato corto per la quota.



La marcia di avvicinamento si è svolta in un ambiente magico. Dopo un pò percorrendo la brughiera, nella nebbia, nel silenzio surreale, sapevo che in fondo la vetta era solo un pretesto per essere lì: presente di fronte al miracolo dell'autocoscienza.


Finalmente vediamo sto Kilimanjaro!










Vedere il Kili non è stato facile: sempre coperto o dalle nubi o dalla vegetazione. A metà del trekking d'avvicinamento lungo la machamè invece iniziamo a meravigliarci di fronte ai suoi ghiacci che fanno da sfondo alla vegetazione africana d'alta quota.








31 dicembre 2007...pappa pa pa pa pa...(trenino) è l'ultimo dell'anno ragazzi...e vai col cenone...




















...mò si fa sul serio. Ormai si avvicina il tratto finale. La quota si fa sentire eccome, anche la stanchezza e la mancanza di sonno. Il nostro portatore-interprete Davide Kasuku è malato e (di nascosto dal capo spedizione) mi incollo il suo zaino (..azz..)







Ultima notte di salita...si intravede l'aurora.
Si va presto in tenda la sera del 2 gennaio. verso mezzanotte la sveglia...qualcuno ha portato una moka (siamo proprio italiani) e quindi ci facciamo un bel caffè prima di iniziare la salita verso "stella point" il punto sul bordo della caldera in cui culmina il ripido sentiero e inizia il dolce tragitto verso la vetta.
Stella point è il nome perfetto. Se si guarda verso questo punto quello che si vede è una fila ininterrotta di puntini luminosi: sono le frontali di decine e decine di persone che salgono. Questa fila di luci che parte dal campo e si snoda lungo il ripido pendio, infine, si fonde con il più magnifico spettacolo del mondo: il celo stellato della notte africana.

Lungo la salita molti rinunciano. Molti scendono, qualcuno piange, una guida sta lì buttata a terra col mal di montagna ...ma molti altri arrivano alla fine del calvario.












E' il 3 gennaio 2008.











SCORRIBANDA IN CAUCASO
Il 18 agosto 2009 parte dall'Italia, da Formia per essere precisi, la nostra piccola spedizione alpinistica al M.Elbrus nel Caucaso Russo (Repubblica Kabardino Balkaria) meta vivamente sconsigliata dalla Farnesina (per problemi di carattere terroristico). Per me e per Gianni (Gianpaolo D'Errico) è stata la prima spedizione "autonoma" nel senso di organizzata "in casa" senza agenzie, senza portatori, senza balia insomma. In stile alpino (ancora mi fa male la schiena)....e ci siamo divertiti da matti.
Senza stare ad occupare tutto lo spazio del blog vi rimando al sito della spedizione:
http://elbrus2009mountexpedition.interfree.it/

Con Gianni: foto ricordo prima di tornare a valle.

...ma la vittoria più grande.....